L'invecchiamento della popolazione, un altro shock per il sistema globale?

L'invecchiamento della popolazione, un altro shock per il sistema globale?

Meno spettacolare della rivoluzione digitale e meno allarmante del cambiamento climatico, il terzo fenomeno globale che potrebbe avere un impatto altrettanto profondo sulle nostre società è l’invecchiamento della popolazione. Dalle politiche pubbliche alla struttura delle economie nazionali, insieme alla crescita di nuovi prodotti e servizi rivolti a questo pubblico, analizziamo i cambiamenti che sono già in atto e che diventeranno più significativi in futuro.

Nel corso della storia umana, il 2018 potrebbe essere considerato un punto di svolta. È stato l’anno in cui, per la prima volta, il pianeta Terra ha avuto meno bambini sotto i cinque anni rispetto al numero di adulti sopra i 65 anni1. In tutto il mondo, la combinazione del calo dei tassi di natalità e dell’aumento delle aspettative di vita sta portando allo stesso risultato. La popolazione mondiale non è mai stata così anziana e le proiezioni demografiche2 elaborate dalle Nazioni Unite non lasciano spazio a dubbi: questo trend accelererà negli anni a venire. La percentuale della popolazione di età superiore agli 80 anni dovrebbe aumentare dal 9% (143 milioni di persone) nel 2019 al 16% (426 milioni) entro il 2050. Questo cambiamento interessa tutti i continenti, anche se l’Africa e il Medio Oriente saranno meno convolti rispetto all’Europa e al Nord America (25% della popolazione). In Giappone, dove il trend dell’invecchiamento della popolazione è più marcato, la percentuale di anziani si aggirava intorno al 30% nel 2020 e dovrebbe raggiungere il 35% nel 2040.

Le autorità pubbliche devono affrontare una serie di problemi sociali

Il cambiamento demografico globale sta creando una serie di grandi sfide. Dall’aumento della spesa pubblica alla fornitura di assistenza agli anziani nelle loro case, all’occupazione, all’accessibilità degli spazi pubblici e alle relazioni sociali tra le persone, molte tematiche attuali dovranno essere affrontate con modalità nuove.

“Un esempio concreto potrebbe essere quello dell’assunzione di personale per l’assistenza agli anziani e alle persone che hanno bisogno di supporto”, spiega Mélissa Asli-Petit, sociologa specializzata nel campo dell’invecchiamento della popolazione. “La sfida del rinnovamento generazionale è solo una parte del problema. Oggi, l’attrattiva limitata del lavoro in queste aree ha già portato a una carenza di personale. Come intendiamo affrontare questo problema?” Un altro esempio è l’accesso delle persone ai servizi pubblici. Con l’invecchiamento della popolazione, la sfida è tanto geografica (perché le persone che hanno difficoltà ad accedere all’assistenza sanitaria diventano vulnerabili) quanto tecnologica (con tecnologie digitali innovative e accesso solo online ai servizi pubblici, come la tassazione). “Un’altra grande preoccupazione sarà il rischio di aggravare la disuguaglianza sociale esistente – che è particolarmente legata alla disparità di genere”, sottolinea Mélissa Asli-Petit. “La differenza nell’importo delle pensioni tra uomini e donne è in media del 40% in Francia. E tra le persone che vivono in condizioni precarie, c’è un’enorme sovrarappresentazione delle donne di età superiore agli 85 anni che vivono da sole, secondo una ricerca dell’associazione no profit Les Petits Frères des Pauvres.”

In generale, ci si aspetta che la società soddisfi le esigenze e le aspettative specifiche di ogni anziano, che sia attivo, vulnerabile o dipendente da supporto. Per la sociologa, le sfide di oggi sono il risultato di un cambiamento sociale. “Dalla seconda guerra mondiale, la vita adulta è stata rappresentata da un ciclo con tre fasi: l’istruzione, seguita dal lavoro, e poi dal pensionamento. Ma i confini tra questi diversi periodi della vita sono gradualmente diventati più permeabili.” Istruzione, lavoro, possibili interruzioni di carriera, formazione, lavoro durante il pensionamento… tutte queste nuove situazioni devono essere prese in considerazione se si intende supportare le persone lungo tutto il percorso. Significa che la sfida non è solo quella di fornire finanziamenti dal momento che le persone diventano meno indipendenti e di creare servizi per soddisfare le loro esigenze. “È un cambiamento che implica pensare a nuovi approcci e tener conto dei diversi stili di vita che le persone conducono (in particolare in termini di indipendenza), e forse introdurre un modello come quello denominato ‘flexicurity’3 in Danimarca, per esempio. Perché no?”

Una sfida che va oltre la ‘silver economy’

Tuttavia, l’invecchiamento della popolazione non è solo una questione legata alle politiche pubbliche. L’adattamento ai nuovi modi di agire e alle esigenze di una percentuale crescente di consumatori sta creando opportunità per molte imprese. Dall’inizio degli anni 2000, il termine ‘silver economy’ si riferisce a una serie di settori e attività direttamente legati agli anziani. Sanità, indipendenza, cibo, alloggi, servizi, trasporti, comunicazioni, tempo libero… un approccio personalizzato può essere applicato in molti settori dell’economia.

“Quasi tutte le aziende che si rivolgono ai consumatori potrebbero trarre beneficio dall’adattamento a questo cambiamento demografico accelerato”, sottolinea Mélissa Asli-Petit, che ricopre anche il ruolo di responsabile di Mixing Générations, una società che fornisce ricerca e consulenza sulla longevità, gli anziani e la ‘silver economy’. Alcune aziende hanno già iniziato a rispondere a questi cambiamenti, tra cui alcuni dei principali marchi di cosmetici e abbigliamento. Mentre c’è un focus sui prodotti (abbigliamento adatto alla vita quotidiana degli anziani, imballaggi facili da aprire, ecc), il processo deve andare ancora oltre. Come sottolinea la sociologa, se le catene di supermercati, ad esempio, devono soddisfare le esigenze degli anziani, devono ripensare i loro modelli di business e rendere i loro spazi più inclusivi, in termini di accessibilità degli scaffali, illuminazione, leggibilità del testo stampato sui prodotti, ecc. “La situazione riguardo alla ‘silver economy’ è paradossale”, dice. “In Francia, se ne è parlato molto negli ultimi dieci anni e sono stati fatti alcuni importanti investimenti. Si finanziano le start-up e ci sono investimenti in tecnologie. Ma a volte si dimenticano le esigenze quotidiane delle persone. Ciò che la maggior parte della gente vuole è l’aiuto di un altro essere umano.”

Anche qui, la chiave sembra essere la capacità di inventare nuovi approcci. Il settore residenziale in Francia, ad esempio, sta creando varie alternative all’opzione di una casa di cura onnicomprensiva, come soluzioni di convivenza intergenerazionale sviluppate da una start-up, Colette Club. L’azienda mette in contatto persone di età inferiore ai 30 anni che sono alla ricerca di un posto dove vivere con gli anziani che hanno una stanza libera nella loro casa o appartamento. Al contempo, la rete postale del paese, La Poste, ha sviluppato un servizio “Check on my parents” che fornisce visite regolari da parte del personale addetto alle consegne agli anziani – per farli sentire meno soli. Il tema intergenerazionale è stato ripreso anche da Tom & Josette, un’azienda con una rete di assistenza intergenerazionale in case di cura o alloggi dedicati agli anziani.

Tuttavia, la portata della sfida implica che c’è ancora molto da fare e da inventare. “E se la risposta fosse quella di collegare alcune delle tematiche chiave che ci troviamo ad affrontare oggi, come il cambiamento climatico e l’invecchiamento della popolazione?”

Note —
1. https://population.un.org/wpp/Publications/Files/WPP2019_PressRelease_EN.pdf
2. https://population.un.org/wpp/
3. https://www.oecd.org/els/emp/Assessment-and-key-recommendations-denmark.pdf

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