Il settore privato: un ruolo essenziale nell'istruzione per i paesi in via di sviluppo

Il settore privato: un ruolo essenziale nell'istruzione per i paesi in via di sviluppo

I paesi in via di sviluppo hanno registrato un trend significativo dalla fine degli anni ’90: la crescita dell’istruzione privata. Mentre alcuni la vedono come un’opportunità per colmare le carenze del sistema pubblico, altri ne sottolineano i limiti. Con oltre 260 milioni di bambini e adolescenti che non ricevono alcuna istruzione a livello mondiale1, è giunto il momento di esaminare una realtà complessa e le sue molteplici implicazioni.

L’accesso all’istruzione è un diritto fondamentale. In linea con la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (1948) e gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio (2000), le Nazioni Unite hanno dichiarato “l’accesso a un’istruzione di qualità inclusiva ed equa” come il quarto degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile per il 2030. Ma se l’istruzione è essenziale per ogni società, la sfida educativa riveste un’importanza assolutamente cruciale nei paesi in via di sviluppo. In primo luogo perché l’apprendimento, come hanno dimostrato diversi studi, è uno dei modi più efficaci per ridurre la povertà, migliorare la salute e promuovere la pace. Ma c’è anche un aspetto demografico in gioco per i paesi in via di sviluppo, dove la popolazione tende ad essere più giovane. L’Africa rimane di gran lunga il continente più giovane, con un’età media di 19 anni, mentre questo dato per gli Stati Uniti2, ad esempio, è pari a 38 anni. Entro il 2030, il numero di bambini africani in età scolare aumenterà di oltre 170 milioni3.

La necessità di colmare le gravi lacune dell’istruzione pubblica

Di fronte a una sfida così colossale, ci sono buone ragioni per essere ottimisti. Dal lancio degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio nel 2000, i paesi in via di sviluppo hanno notevolmente accresciuto il loro impegno a favore dell’istruzione. Sono state adottare una serie di misure per incrementare sia l’offerta (costruzione di nuove scuole, distribuzione di libri di testo scolastici) che la domanda, attraverso importanti campagne di sensibilizzazione. Questo impegno si è tradotto in un aumento significativo dei tassi di scolarizzazione. Così, tra il 2000 e il 2012, il numero di bambini non scolarizzati è diminuito di quasi la metà, passando da 102 milioni a 58 milioni. Nel 2018, l’UNESCO ha stimato che l’8% dei bambini non erano iscritti alle scuole primarie4. Analogamente, la percentuale di adolescenti non scolarizzati è scesa dal 25% al 15% nel corso degli ultimi 20 anni, mentre l’assenza dalle scuole superiori è scesa dal 49% al 35%.

Questa tendenza di fondo non può spiegarsi unicamente con l’aumento degli impegni statali. Negli ultimi decenni, la crescita del numero di scuole ha coinciso con un altro fenomeno: la crescita dell’istruzione del settore privato. Nei paesi a basso reddito, il 16% dei bambini della scuola primaria frequenta attualmente scuole private, rispetto al 9% del 19755. Nel 2014, il 14% del totale degli studenti delle scuole elementari dell’Africa subsahariana riceveva un’istruzione privata, il 20% degli studenti dell’istruzione secondaria e il 31% degli studenti dell’istruzione superiore. L’istruzione privata rappresenta tra il 60% e l’85% del sistema scolastico in Camerun e nella Repubblica Democratica del Congo, e fino al 90% ad Haiti6.

Tuttavia, è importante ricordare che l’aggettivo ‘privato’ ha una definizione ampia, la ricerca pubblicata da Rohen d’Aiglepierre nel 20187 distingue tre tipi di operatori privati nel settore dell’istruzione. Questa analisi stabilisce una differenza tra le istituzioni a vocazione identitaria (fondate su considerazioni religiose, etniche, linguistiche, ecc) e quelle con una maggiore attenzione sociale, create in particolare dalle ONG. Il terzo gruppo comprende le istituzioni a scopo di lucro, come Curro Holdings8 e Advtech in Sud Africa e Botswana, e Cairoinvest9 in Egitto.

Gli innegabili punti di forza delle scuole private

Come spiegare la crescita di questi diversi tipi di istituzioni in tutto il mondo? Il primo motivo è logicamente la mancanza di scuole pubbliche nei paesi in via di sviluppo. Molti governi non forniscono ancora un investimento finanziario all’altezza della posta in gioco. Questo spiega perché molte scuole private, in particolare quelle create dalle ONG, operano in zone remote, sprovviste di qualsiasi struttura pubblica. Tuttavia, le scuole private sono ben lungi dallo svilupparsi solo in modo complementare. Molto spesso, la qualità dell’insegnamento proposto costituisce un fattore di differenziazione. Uno studio della Banca Mondiale10 ha dimostrato che in sei paesi sub-sahariani dell’Africa, i genitori sono più soddisfatti delle scuole private rispetto a quelle pubbliche. Maggiori investimenti, minor tasso di assenteismo tra gli insegnanti, metodi di insegnamento più efficaci, l’obbligo per gli insegnanti di riferire ai propri dirigenti scolastici e la competizione tra gli istituti sono solo alcuni dei motivi per cui le scuole private forniscono un’istruzione di qualità superiore11.

Un altro fattore chiave è che l’istruzione privata non implica necessariamente un costo elevato per le famiglie. In paesi come la Sierra Leone, ad esempio, le tasse scolastiche private sono relativamente accessibili e rappresentano meno del 5% del PIL pro capite. Analogamente, da diversi anni si assiste ad una forte espansione delle scuole private a basso costo in particolare in Pakistan, Perù, Nigeria, Kenya e Ghana12. Per fare un esempio pratico, le tasse scolastiche della società Bridge in Kenya sono in media di 74 dollari l’anno. Secondo l’azienda, una famiglia che vive con 1,25 dollari al giorno ha la possibilità di iscrivere tre bambini in una delle sue scuole spendendo il 10% del reddito familiare13.

Istruzione privata, una soluzione temporanea o permanente?

L’istruzione privata può essere dunque la soluzione giusta per affrontare questa sfida essenziale per il futuro? La risposta non è così ovvia. Alcuni limiti sono reali, a cominciare dal fatto che in alcuni paesi come l’India, ad esempio, gli operatori privati investono prioritariamente nelle regioni più ricche. Allo stesso modo, le tasse scolastiche non sono sempre un fattore equanime. Uno studio della Banca mondiale condotto in 16 paesi mostra che la maggior parte degli alunni delle scuole private proviene da famiglie più ricche. Di conseguenza, i bambini più poveri sono esclusi dalle migliori scuole, il che alimenta le disuguaglianze che si trasferiscono da una generazione all’altra. Inoltre, quando la scelta deve essere fatta tra più figli della stessa famiglia, è spesso a scapito delle ragazze.

Più in generale, la crisi globale senza precedenti che stiamo attraversando dà a queste sfide una nuova dimensione. C’è il forte timore che i paesi più duramente colpiti dalla pandemia non riescano a mantenere gli sforzi di bilancio in materia di istruzione. Pertanto, gli operatori privati dovranno necessariamente continuare a fare la loro parte, mentre gli Stati e i loro partner finanziari dovranno fare dell’istruzione una priorità assoluta.

Un esempio concreto sottolinea l’importanza dell’istruzione nello sviluppo di un paese. Nel 2019, il governo cinese ha investito circa 3,5 miliardi di RMB (500 milioni di dollari) nel sistema dell’istruzione, ossia il 15% del suo bilancio globale. È il risultato di uno sforzo senza precedenti compiuto negli ultimi trent’anni per realizzare con successo la transizione verso un’economia basata sulla conoscenza. La chiave di questa scelta strategica è stata la crescita più rapida mai registrata dell’istruzione superiore, con le iscrizioni degli studenti che sono passate dal 3,4% nel 1990 al 51,6% nel 2019. È chiaro che i paesi in via di sviluppo non dispongono delle stesse risorse, ma la decisione di attribuire tale priorità all’istruzione è sicuramente illuminante.

Note —
1. http://data.uis.unesco.org/
2. https://population.un.org/wpp/
3. https://www.lefigaro.fr/conjoncture/les-fonds-prives-investissent-sur-l-education-en-afrique-20191115
4. https://www.inegalites.fr/La-scolarisation-des-enfants-progresse-dans-le-monde?id_theme=26
5. http://www.bsi-economics.org/524-education-privee-pays-developpement
6. http://www.coalition-education.fr/je-m-informe-Qu-est-ce-que-la-privatisation-de-l-education-et-pourquoi-s-en-inquieter–224.html
7. https://www.campaignforeducation.org/wp-content/uploads/2018/04/LFPS-right-to-education-Francais.pdf
8. https://www.curro.co.za/
9. https://cairoinvest-ir.com/en
10. https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00871728/document
11. http://www.bsi-economics.org/524-education-privee-pays-developpement
12. https://www.campaignforeducation.org/wp-content/uploads/2018/04/LFPS-right-to-education-Francais.pdf
13. https://blog.secteur-prive-developpement.fr/2016/07/07/des-ecoles-privees-a-bas-cout-une-solution-perenne-aux-defis-scolaires-de-lafrique/
14. https://tel.archives-ouvertes.fr/tel-00871728/document

 

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